L’accesso alla caverna corrisponde dunque al
rito di iniziazione; d’altronde, il termine stesso “iniziazione”, nella sua
derivazione dal latino in – ire,
contiene proprio il concetto di accesso. Questo accesso è un addio al mondo
profano; almeno, così spera l’iniziato: egli simbolicamente muore al mondo, ma questa
morte coincide con la sua seconda nascita. Per l’iniziato, la luce esterna e le
tenebre della sua notte interiore subiscono quindi un ribaltamento: l’esterno è
il luogo delle tenebre, il luogo dell’errare di chi si è perso nel labirinto; l’interno
della caverna è invece il luogo in cui cercare la luce. A tal proposito, il
versetto della luce (Corano, 24:35) dice che la luce di Allah assomiglia a “una
nicchia in cui è una lampada”, che arde di un olio “che brilla anche se il
fuoco non lo tocca”. Per costituire un primo parallelo con il simbolismo massonico,
si rammenti che anche la Loggia è
luogo “illuminatissimo”, e che il compagno “ha intravisto la stella
fiammeggiante”, simbolo luminoso.
La caverna, luogo illuminato di luce
propria, per la sua autonomia dall’esterno, è essa stessa immagine del cosmo,
che tutto vi si riflette nella metà superiore e in quella inferiore. Essendo immagine
del cosmo, ossia della manifestazione ordinata, in essa si riflettono le leggi
che presiedono a questo ordine, leggi con cui è dunque possibile entrare in
contatto. A differenza di chi si trova nelle tenebre esterne, dunque,
l’iniziato potrà cercare di comprendere queste leggi e parteciparne
attivamente, anziché patirle. Nel suo significato pieno, ciò equivale a porsi
nel punto di intersezione tra l’asse verticale e il piano umano dell’esistenza:
è portandosi a questo centro che si può entrare in contatto con l’asse e
percorrerlo in senso ascendente. Nella caverna si compirà la maturazione spirituale
fino alla realizzazione dei piccoli misteri, ovvero la rigenerazione psichica
che realizza appieno le possibilità dell’individuo nell’ambito sottile della
manifestazione. Nel microcosmo, essa rappresenta il centro interiore
dell’individuo in cui, alla seconda nascita, succede la realizzazione.
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