martedì 13 maggio 2014

La Caverna Iniziatica (parte 5)

Si osserva, a proposito dell’essere la caverna immagine del cosmo, che la Loggia, oltre ad essere illuminata interiormente è luogo in cui i lavori si svolgono “al coperto”. Essa è inoltre aperta alle influenze spirituali: alta fino al cielo e profonda dalla superficie della terra al suo centro. Anch’essa è quindi immagine del cosmo, con la terra che sorregge e il cielo stellato che “copre”. Caverna e Loggia presentano insomma numerose analogie, anche se non sufficienti ad affermare una identità fra i due elementi. Infatti, il tema della caverna compare anche in un altro punto, in cui assume un significato diverso e complementare: il gabinetto di riflessione in cui viene chiuso il recipiendario. Esso viene a volte identificato come prova della terra; il suo ambiente scuro è rischiarato da una candela; in cui si riflette sulla propria vita passata e sui simboli di morte da cui si è circondati. Il fratello terribile, d’altronde, annuncia all’aspirante massone che sta per essere precipitato in un abisso. La caverna sembra in questa fattispecie rappresentare la fase del buio e della presa di coscienza della propria insufficienza, primo passo necessario per il passaggio alla luce; tale passaggio ricorre simbolicamente con lo svelamento che avviene una volta compiuta l’iniziazione. D’altronde, anche se collocato in una fase preliminare all’iniziazione, nel gabinetto si trovano simboli relativi al lavoro iniziatico tra i quali in particolare uno, la scritta V.I.T.R.I.O.L., preannuncia questo passaggio dal buio alla luce: si tratta del lavoro di rettificazione, o di sgrossamento, della pietra, che comporta una discesa nell’interiore e che, nell’essere portato a termine, permette al compagno di dire che ha intravisto la stella fiammeggiante. A tal proposito, l’ occultum lapidem in interioribus terrae, non è forse l’equivalente di quella caverna del cuore a cui abbiamo già accennato?

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