Si osserva, a proposito
dell’essere la caverna immagine del cosmo, che la Loggia, oltre ad essere illuminata
interiormente è luogo in cui i lavori si svolgono “al coperto”. Essa è inoltre aperta
alle influenze spirituali: alta fino al cielo e profonda dalla superficie della
terra al suo centro. Anch’essa è quindi immagine del cosmo, con la terra che sorregge
e il cielo stellato che “copre”. Caverna e Loggia presentano insomma numerose analogie, anche se non sufficienti ad affermare una
identità fra i due elementi. Infatti, il tema della caverna compare anche in un
altro punto, in
cui assume un significato diverso e complementare: il gabinetto di riflessione
in cui viene chiuso il recipiendario. Esso viene a volte identificato come
prova della terra; il suo ambiente scuro è rischiarato da una candela; in cui si riflette sulla propria vita passata e sui
simboli di morte da cui si è circondati. Il fratello terribile, d’altronde, annuncia all’aspirante
massone che
sta per essere precipitato in un abisso. La caverna sembra in questa
fattispecie rappresentare la fase del buio e della presa di coscienza della
propria insufficienza, primo passo necessario per il passaggio alla luce; tale
passaggio ricorre simbolicamente con lo svelamento che avviene una volta compiuta
l’iniziazione. D’altronde, anche se collocato in una fase preliminare all’iniziazione,
nel gabinetto si trovano simboli relativi al lavoro iniziatico tra i quali in
particolare uno, la scritta V.I.T.R.I.O.L., preannuncia questo passaggio dal
buio alla luce: si tratta del lavoro di rettificazione, o di sgrossamento, della
pietra, che comporta una discesa nell’interiore e che, nell’essere portato a
termine, permette al compagno di dire che ha intravisto la stella
fiammeggiante. A tal proposito, l’ occultum
lapidem in interioribus terrae, non è forse l’equivalente di quella caverna
del cuore a cui abbiamo già accennato?
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